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sabato 12 Luglio 2025

2 giugno: una data da onorare, una lezione da custodire, un impegno da rinnovare

Il 2 giugno non è solo una data sul calendario, ma una pietra miliare nella storia della Repubblica Italiana. In questo giorno del 1946, il popolo italiano fu chiamato alle urne per scegliere tra monarchia e repubblica. A spuntarla, con oltre dodici milioni di voti, fu quest’ultima: nacque così l’Italia repubblicana, gettando le basi per la Costituzione e per un nuovo assetto democratico.

Settantanove anni dopo, quella scelta continua a risuonare nella coscienza civile del Paese come un momento fondativo. Ecco perché il 2 giugno è, e deve restare, una data da onorare, una lezione da custodire e un impegno da rinnovare. Le celebrazioni ufficiali a Roma – con la parata militare ai Fori Imperiali, l’alzabandiera solenne e la deposizione della corona d’alloro all’Altare della Patria – non sono semplici rituali. Sono gesti che danno forma alla memoria collettiva, ricordando a ogni cittadino che la Repubblica è frutto di una scelta libera e consapevole, avvenuta in un momento di profondo cambiamento dopo la tragedia della guerra e la fine del regime fascista.

Particolarmente indicativo, nel 1946, fu anche il fatto che le donne votarono per la prima volta. Un segno indelebile di un’Italia che si apriva finalmente all’universalità dei diritti civili. Il 2 giugno ci ricorda che la democrazia non è mai garantita definitivamente. È una conquista che va difesa giorno per giorno, con la partecipazione, la vigilanza e l’impegno civico. I valori espressi nella Costituzione – libertà, uguaglianza, solidarietà – rappresentano una bussola ancora oggi necessaria per affrontare le sfide del presente. Dalla crisi climatica ai conflitti globali, dal lavoro alla sanità, fino alla disinformazione digitale e alla tenuta delle istituzioni: il 2 giugno richiama l’Italia a guardarsi allo specchio e a chiedersi quale Paese voglia essere. Rinnovare l’impegno, costruire il futuro.

Rinnovare l’impegno repubblicano significa investire nella scuola, nei giovani, nella cultura e nella giustizia sociale. Significa promuovere una cittadinanza attiva, consapevole e responsabile, capace di riconoscersi nei valori fondanti della Repubblica. In una situazione internazionale sempre più instabile, è ancora più urgente rafforzare i legami democratici, difendere i diritti, combattere le disuguaglianze e costruire un Paese che sia davvero “una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”, come recita il primo articolo della nostra Carta. Una festa che parla al cuore della nazione. Il 2 giugno è tutto questo: memoria storica, consapevolezza civile, slancio verso il futuro. È la festa di un popolo che ha scelto la libertà e continua, con tutte le sue contraddizioni, a cercare il significato più profondo di quella scelta. Perché ogni anno, quel voto del 1946 ci parla ancora. E ci chiede: quale Repubblica vogliamo essere domani?

©Claudio Di Gesù

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