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domenica 18 Maggio 2025

Ennaan, il Comune più nebbioso d’Italia !

Diciamo Sicilia e pensiamo subito: mare, sole, dolci e pietanze che, come dice mio marito, sono “prove dell’ esistenza di Dio”!

Ma Sicilia è anche un’ altra: alta, quasi inaccessibile, nascosta per 140 giorni all’anno (minimo) da nubi orogeniche impropriamente chiamate nebbia o, come la chiamano gli abitanti del luogo, ” ‘A paesana”.
Il che le è valso l’ appellativo di Comune più nebbioso d’Italia.

Questo luogo nascosto, che ricopre un altopiano sul più alto dei Monti Erei è Enna, Urbs Inexpugnabilis, Umbilicus Sicilia e, posto al centro trigonometrico della stessa, Capoluogo di provincia più alto d’Italia ( da 931 a 990 mt s.l.m.) , situata al 12° posto fra le 30 province più estese d’Italia in kmq!

Incredibile, vero?

Ma cosa poteva portare ad abitare lassù, nascosti agli occhi del mondo, i primi Sicani, 1200 anni a.C.?

Stupefacente a dirsi : 5 sorgenti d’ acqua pura e cristallina che sgorgano a quell’ altezza! Perciò i Sicani la chiamarono Ennaan cioè luogo ameno.

Questo tesoro nascosto ha origine e storia antichissime e vi ci voglio portare attraverso la porta di Janniscuru, unica porta monumentale rimasta delle sette originariamente aperte nelle mura medievali che circondavano Enna, allora chiamata Castrogiovanni, sulle pendici del Monte: Porta di Lombardia, Porta S.Agata, Porta Kamut o Porta dei Saraceni, Porta Palermo, Porta di Papardura, Porta Pisciotto e Porta Janniscuru.

Da questa si accede all’ antico quartiere di Fundrisi, detto in ennese “Funnurisi,” unico rimasto di impianto medievale con vie strette e pieno di scale inerpicate tra cortili e bagli interni.

La Porta di Janniscuru, edificata durante la dominazione normanna, si apre sotto una rupe su cui si erge la Chiesa dello Spirito Santo.

Lo stile con cui si presenta la porta oggi è quello di un arco romano, a tutto sesto, la cui larghezza varia da 2 a 3 metri, mentre l’altezza è superiore ai 4 metri.
Il suo restauro rientrante nelle opere di riqualificazione dell’antico quartiere Fundrisi, l’ha restituita all’antico splendore.

Si trova nel mezzo di una breve scalinata in pietra che discende affiancando i costoni di roccia viva, in cui si aprono innumerevoli grotte sepolcrali risalenti al Neolitico, tra cui l’importante Grotta della Guardiola.

Altri Insediamenti d’età neolitica, databili al XIV secolo a.C., sono venuti alla luce su un rilievo, il Cozzo Matrice, nei pressi del lago Pergusa, dove sorgeva un villaggio fortificato, le cui mura e i resti sono ancora visibili ,compreso un tempio più tardo dedicato alla dea Kore (Demetra o Cerere) ed una interessante necropoli.
I reperti son custoditi nel Museo Archeologico Regionale di Enna e nel Museo Alessi di Enna.

È teoria diffusa che proprio i Sicani, tredici secoli prima di Cristo, abbiano sviluppato nella zona l’agricoltura e il culto di una Dea Madre la cui identità si fonderà poi con la Demetra dei greci, nota appunto come Dea delle Messi.
In suo onore fu eretto sulla Rocca (da allora detta ” di Cerere”) un grande Tempio pagano, descritto tra gli altri da Cicerone, che richiamava pellegrinaggi da tutto il mondo pagano e grandi feste in suo onore il 2 luglio, giorno della mietitura nella zona.

L’avanzata dei Siculi da oriente rese ancora più importante l’esistenza del sito di Enna che riuscì a resistere e a stipulare un trattato di pace con gli invasori.

In seguito le due popolazioni si fusero e integrarono: per circa cinque secoli, fino all’arrivo dei greci, Henna e le città circonvicine, Agyrio, Ergezio, Kentoripa, Enghion ed altre, formarono quasi una nazione ricca e fiorente.

Soprattutto ad Henna l’elemento siculo mantenne una sua propria individualità.
Porta di Janniscuru

La Storia continua…

©Tiziana Iannotta

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