Sono passati venticinque anni da quando il “Foro Italico” di Palermo, fu liberato dalle strutture che lo avevano invaso e oscurato. Venticinque anni da quel gesto che sembrava l’inizio di una rinascita. Ma il tempo, spesso, passa senza mantenere le promesse. E oggi quel tratto nobile di costa, quel fronte urbano affacciato sul mare, si presenta trascurato, invecchiato senza cura, dimenticato da chi avrebbe dovuto accompagnarne il ritorno alla dignità. Per questo il “Comitato per il Centro Storico di Palermo” ha scelto di lanciare un segnale. Venerdì 4 luglio sarà una giornata di parole e di azioni, pensata per accendere di nuovo la coscienza collettiva, e per ricordare che il Foro Italico non è uno sfondo, ma una presenza viva, parte dell’anima di Palermo.
La mattina, nella sala espositiva di “Palazzo Trinacria”, si aprirà un convegno dal titolo chiaro: “Foro Italico: straordinario bene culturale”. Interverranno Maurizio Vesco, Maria Antonietta Spadaro, Claudio Gulli, Selima Giuliano e Maurizio Carta, chiamati a raccontare, ciascuno con la propria voce, il valore profondo di questo spazio urbano — tra memoria, architettura e visione.
Poi, dal pomeriggio in avanti, il Foro e i suoi dintorni torneranno a essere attraversati da persone, suoni, colori. A Palazzo Trinacria e al Museo delle Marionette “Antonio Pasqualino” si alterneranno incontri e iniziative, mentre sul prato del Foro prenderanno vita performance di pittura dal vivo, passeggiate guidate, giochi, animazioni per tutte le età, e un’esibizione di Capoeira, che metterà in scena, con il corpo, l’armonia e l’energia di una cultura che danza e resiste.
A chiudere la giornata, alle ore 20:00, al “Palchetto della Musica”, sarà la Fanfara dei Carabinieri. Un concerto che non è solo cerimonia, ma invito alla partecipazione, alla cura, al rispetto.
Il messaggio è limpido: occorre ripartire dai segni della memoria — come le lapidi delle “Mura delle Cattive” e il cippo marmoreo all’incrocio con via Lincoln — per costruire un nuovo rapporto tra la città e il suo mare. Serve una manutenzione concreta, sì, ma serve soprattutto un atto di riconoscimento: ricordare che questo luogo ha un’identità e un valore che vanno oltre l’aspetto fisico.
Guidati dal presidente Carlo Pezzino Rao, e affiancati da Riccardo Agnello, Giorgio Filippone, Angela Fundarò, Clara Monroy di Giampilieri, Maria Antonietta Spadaro, Bernardo Tortorici e Ferdinando Trapani, il Comitato rilancia così una sfida culturale e civile: rimettere il Foro Italico al centro della vita della città. Perché restituire dignità al “Foro Italico” significa restituirla anche a Palermo.
©Dorotea Rizzo