Bisacquino: la Nobilis Universitas

Circondata da boschi, con “monti, colline, poggi, piani, valli e valloncelli che si innalzano, scendono, si piegano e digradano bellamente quasi col fine prefisso di rompere ogni monotonia” (da “la luce del Triona” di G. Petralia), Bisacquino sorge adagiata sul ponente fianco del monte Triona (massiccio calcareo compatto de Trias alto 1215 metri) volgendo lo sguardo al mare eracleo, alle antiche dolomie di Caltabellotta, alla turrita rocca d’Entella superbamente svettante dall’incantevole valle del Belice, per poi perdersi verso l’orizzonte ericino e la gibbosa sagoma del monte lato. Incerta ancor oggi resta la sua origine.

Alcuni ritengono che sia stata fondata da una delle popolazioni che in un tempo assai remoto abitarono il territorio circostante, quali: sicani e greci, cartaginesi e romani, della cui presenza nella zona esistono diverse testimonianze. Altri fanno riferimento all’attuale conformazione urbanistica del centro abitato, facendone così risalire la fondazione all’epoca della dominazione saracena.

L’etimologia del nome Bisacquino può riferirsi al latino “bis-aqua” (molto acquoso) o all’arabo “buieckin” (padre del coltello). Nell’anno 827, con lo sbarco degli arabi in Sicilia, Bisacquino venne inclusa nel “Vallo di Mazara”. Nel 1183 fu infeudata al Vescovado di Monreale dal Re Guglielmo II detto il Buono.

Le successive dominazioni sveva, angioina e aragonese segnarono la vita del paese. L’attuale aspetto urbanistico è oltremodo pittoresco e suggestivo. Le strade, spesso sormontate da archi, sono strette, tortuose e sovente sfociano in vicoli e cortili.

 

 

PATRIMONIO STORICO-ARTISTICO

La chiesa Madre (sec. XVIII), si sviluppa a tre navate, a forma di croce latina, con facciata settecentesca e campanile barocco. Il sagrato è in acciottolato policromo. Cupola e torre orologiera del secolo XX dedicata a S. Giovanni Battista, è di bella e maestosa architettura. L’interno è sontuoso per la ricchezza di stucchi dorati, l’elegante simmetria e il transetto finemente stuccato (attribuito a Giacomo Serpotta e al Portaleri da Bisacquino). Inoltre vi si ammirano: un maestoso “baldacchino ligneo” (vara), scolpito dal bisacquinese Giuseppe Bellacera nel 1792; una “sedia gestatoria” (portantina) in legno dorato, adorna di sculture e di finissime pitture, risalente al 700; una grande tela che raffigura la ”Madonna del Paradiso” di Giuseppe Martorana del 1717; un’urna del Cristo Morto opera di artigiani locali del XIX secolo.

Per la sua singolare forma, rarissima in Europa, il campanile triangolare della chiesa di S.Francesco D’Assisi (sec. XVI) a torre triangolare con tre fornici campanari.

Altro campanile importante è il campanile della chiesa Maria SS delle Grazie (sec. XVI).

Altre chiese di fattura e contenuti artistici sono: la chiesa Maria SS del Rosario (sec. XV), internamente stuccata in stile barocco, alcune cappelle sono opera del bisacquinese Guarina, sempre di quest’ultimo è pure la cappella della Madonna di Trapani (sec. XIX), a pianta ottagonale, ed il campanile della chiesetta di S. Maria di Gesu’ (sec. XX), raro esempio di eclettismo architettonico di gusto “dialettale” in cui il Guarino ha operato la fusione di elementi decorativi tipici del barocco siciliano accentuandoli con motivi arabeschi; la chiesa della Madonna del Carmine (sec. XVI), nell’abside mostra la tela dell’Annunciazione del Carta(1851); il colle Calvario (complesso del sec. XIX), nella chiesetta si custodisce una reliquia della Santa Croce.

Santuario della Madonna del BalzoDi importanza religiosa, oltre che artistica, è il santuario della Madonna del Balzo (sec. XVII) posto sul più arduo dirupo (balzo) del monte Triona, a 728 metri d’altezza. E’ continua meta di pellegrinaggi della Sicilia occidentale e dal suo spiazzo si può godere uno veduta meravigliosa. Il complesso si compone di una chiesa e dell’annesso eremo. Un’edicola marmorea posta sull’altare maggiore custodisce l’immagine ad alto rilievo della Madonna del Balzo, testimoniandone il luogo del ritrovamento e del primo portentoso miracolo.

Il Museo dell’Orologio di Corso Umberto I e il Museo Civico di Via Orsini sono i luoghi espositivi e rappresentativi della comunità bisacquinese. Nel secondo è documenta la civiltà di vita contadina della zona. Il materiale vi è esposto in “cicli di lavoro”, con la ricostruzione delle botteghe artigiane e delle “stanze” del contadino. Una sezione è dedicata all’archeologia con reperti greco-punici del V-IV secolo a.C. provenienti dal monte Triona dove, secondo un’antica leggenda, sorgeva l’omonima città costruita dai troiani, intorno al 1000 a.C.. La fondazione del Museo si deve all’impegno di alcuni volenterosi cittadini. Inoltre sono in via di allestimento altre due sezioni, una dedicata all’Archivio Storico e l’altra al famoso regista bisacquinese Frank Capra (1897-1991).

La Biblioteca Comunale, eretta nel 1965 da Giuseppe Genovese in stile neoclassico, conserva tre incunaboli, opere del “500, testi dei secoli XVII e XVIII, ed una preziosa edizione di Galeno del XVI secolo della quale esiste soltanto un’altra copia che si conserva al British Museum di Londra. Un’escursione da non perdere è invece quella presso l’abbazia di Santa Maria del Bosco di Calatamauro, celebre complesso olivetano di origine medievale del XVII secolo, con facciata del Vanvitelli e i chiostri di Vanvitelli e Muttone.

L’artigianato, fiorentissimo nei secoli passati, sopravvive ancora per la lavorazione del ferro, del legno, del ricamo, della tessitura e della ceramica.

Originali ed inimitabili sono i coltelli col manico di corno e le particolarissime serrature (toppe). Di grande prestigio è stata l’orologeria da torre

Tutt’ oggi I’economia del paese è prettamente agricola a indirizzo cerealicolo silvo-pastorale, con tendenza alla riconversione specializzata con colture intensive ed alternative alle tradizionali.

L’orticoltura vanta produzioni pregevoli sotto l’aspetto varietale e organolettico che vengono tipicizzate in particolar modo dalla cipolla e dal sedano. In quest’ultimo decennio il comparto olivicolo ed oleario ha registrato un forte incremento.

Per non vanificare gli sforzi sostenuti dall’imprenditoria privata, sensibile ad attivare iniziative produttive secondo le crescenti esigenze del mercato, torna fondamentale un migliore collegamento viario col capoluogo isolano, a beneficio di un maggiore sviluppo socio-economico del paese.

La recente adozione, da parte dell’Unione Europea, del patto territoriale “Alto Belice Corleonese”al quale Bisacquino ha aderito, può dare nuove prospettive di lavoro sulle quali si stanno definendo progetti finalizzati allo sviluppo ed alla creazione di nuove imprese per un migliore utilizzo delle risorse.

 

TRADIZIONI

6 GENNAIO >”Vistizioni di lu Bamminu”

FEBBRAIO/MARZO > Carnevale (il più antico della provincia)

VENERDÌ SANTO > Crocifissione, “Lamentarne” (sec. XVIII) e processione dell’URNA col Cristo Morto

3 Maggio > FESTA DEL CROCIFISSO suggestiva processione della’Vara” lignea (1792) preceduta da oltre 20 statue di Santi (sec. XVI – XVII e XVIII)

13/14/15 Agosto > FESTA della MADONNA DEL BALZO patrona principale

16/20 Agosto > ESTATE BISACQUINESE

 


Sito web ufficiale del Comune: https://www.comune.bisacquino.pa.it