Lercara sorge quasi alle falde di Colle Madore che, da sempre, ha rappresentato lo spartiacque fra il Tirreno ed il Mediterraneo.
Il comune è stato fondato con la licentia populandi del 22 settembre 1595, nell’ambito delle 150 “Città Nuove” istituite dall’Amministrazione spagnola per ripopolare i feudi abbandonati. La licentia venne concessa a Baldassarre Gomez de Amescua, Barone dei feudi Friddi e Faverchi.
Il paese si e sviluppato su basi agricole e silvo-pastorali per assumere, attorno al 1828, una caratterizzazione industriale con la riscoperta delle miniere di zolfo, alle quali si è accompagnata una notevole produzione artigianale, lo sviluppo del commercio ed una forte rivitalizzazione socioculturale.
Il sito sicano di Colle Madore, i cui primi reperti archeologici sicani, greci e romani sono esposti nel Museo che ha sede presso la Biblioteca Comunale, rappresenta un fondamentale giacimento culturale. L’insediamento sorse attorno all’IX secolo a.C e si sviluppò fino allo spirare del V secolo. Pregevoli le lamine di bronzo antropomorfe ed alcuni vasi ceramici di eccezionale valore. Intimamente legata alla storia di Lercara è la vecchia zolfara, che dal 1828 continuo a produrre fino al 1969, data in cui il bacino venne chiuso.
Nel 1993 venne istituito, con legge regionale il Museo ed il Parco archeologico Industriale della zolfara di Lercara. E’ questo un impegno primario dell’Amministrazione per creare le condizioni per lo sviluppo turistico ed economico.
L’ordito urbano originario di Lercara si mostra come un tutt’uno armonico nel dipanarsi di vie e piazze realizzate a misura d’uomo. Caratteristiche monumentali di un certo rilievo presentano palazzo Palagonia, attuale sede della Municipalità, i palazzi Sartorio, Nicolosi, Riso-Ferrara, l’edificio Scolastico ed alcune strade che conservano l’antico basolato in pietra bianca. Considerevoli, inoltre, piazza Duomo, piazzetta San Giuseppe e Sant’Antonio.
Pregevole, infine, villa Rose raro esempio di costruzione inglese, realizzata in Lercara dalla famiglia Rose, il cui capostipite fu responsabile della equipe tecnico-mineraria delle zolfare. Da visitare inoltre sono la collezione artistica di costumi “il costume nel pupo” di Vito Giangrasso, le aree preistoriche di contrade Grotticelli, Friddi, Filici e Rocca di Panno nonché l’area naturalistica di effusione delle acque sulfuree.
Grano duro, olio d’oliva, formaggio e vino sono le peculiarità agricole del paese che trovano corrispettivi artigianali nella falegnameria e nella lavorazione dell’alluminio, del ferro battuto e del marmo dell’inizio del XVIII secolo, con la sua cripta, San Matteo, San Giuseppe, Sant’Antonio e nelle altre chiese, conventi e nelle edicole votive. Rilevante anche il residuale della vecchia linea ferroviaria Lercara-Magazzolo (Ribera) chiusa nel 1959 (ex stazione ferroviaria, ponti, caselli) e dell’acquedotto comunale del 1880.
Caratteristiche sono le tradizioni di Lercara che attingono tutte alla storia della sua popolazione ed al suo sentimento religioso. Il carnevale viene ogni anno festeggiato con una sfilata di carri allegorici accompagnata contemporaneamente dalla sagra della “Sfincia”. Per la festa di S.Giuseppe vengono allestite nelle case dei fedeli le “tavulate” con bandiere e festoni di alloro e pietanze tradizionali. Tra le altre feste religiose di particolare rilievo è la Settimana Santa, sentita dalla gente nella processione rievocativa del Venerdì Santo nonché nell’incontro di Cristo risorto con la Madonna e San Michele Arcangelo.
La festa Patronale di Maria SS. di Costantinopoli dura tre giorni, nei quali viene svolta anche una rievocazione storica-religiosa, e preceduta dalla rassegna “Lercara Estate” costituita da una serie di attività artistico-culturali e dalla sagra della Pantofola, dolce tipico ripieno di mandorle pelate e tritate.
Sito web ufficiale del Comune: https://www.comune.lercarafriddi.pa.it