Altofonte: la terrazza normanna sulla conca d’oro

La cittadina di Altofonte sorge alle pendici di una dorsale montuosa boscata (“Monte Moarda”) e si affaccia sull’immensa vallata della “Conca d’Oro”.

La vicinanza alla città di Palermo, la tranquillità e l’amenità del paesaggio tendono a farla diventare un centro in continua crescita, fino a portarla a rientrare e far parte della cosiddetta “Area Metropolitana” del capoluogo siciliano.

Altofonte ha origini antichissime e nobili: nel 1307, Federico II D’Aragona fondava un’Abbazia sui resti del Palazzo di villeggiatura di Ruggero II (che poi sarebbe diventata “l’Abbazia di S. Maria di Altofonte”) che, donata ai frati dell’ordine Cistercense, rappresentò il primo nucleo attorno al quale si sarebbe poi sviluppato l’abitato.

Il palazzo Ruggeriano era nato come castello di caccia estivo in un luogo caratterizzato da un paesaggio montuoso, ricco di acque e di selvaggina. Fu trasformato, prima (1307), da Federico II D’Aragona in Abbazia per i frati Cistercensi e poi (1633) con la costruzione della chiesa Madre del paese ad opera del cardinale Scipione Borghese. Oggi è possibile visitarlo nell’ala in cui sorge la cappella di S. Michele Arcangelo , con i suoi ambienti con volte a crociera, con il soglio reale sopra il nartece , con la copertura a cupola del santuario.

Questo, quando agli inizi dell’Ottocento diventò Comune, prese il nome di “Parco”, evocativo dell’ amenità dei luoghi e delle bellezze del paesaggio, e lo mantenne fino al 1930 quando con Regio Decreto n. 189 da Parco divenne Altofonte. Queste origini offrono all’Amministrazione comunale la possibilità g di valorizzare e rendere fruibili quelle opere e quei luoghi del passato carichi di intriganti misteri e affascinanti bellezze.

Il palazzo Vernaci, già Villa della Principessa Giuseppa Moncada di Villafranca (inforno al 1750), si differenzia dal resto dell’edilizia circostante per l’imponenza, le decorazioni neoclassiche, per l’ampio giardino antistante. E’ stato sede della biblioteca comunale “Giovanni Vernaci”, ricca di 13 mila volumi, tra cui 21 cinquecentine e quasi mille libri prodotti tra il 1600 e il 1850 (l’attuale sede della biblioteca è il palazzo comunale).

Il Biviere, da Vivarium, probabilmente un’antica peschiera, realizzata con la costruzione di uno sbarramento trasversale – ancora oggi visibile – attraverso il corso d’acqua che prende il nome di Vallone di Maglio e che andava a costituire un bacino artificiale o lago che forniva di pesce fresco (anguille, cefali e fenchie) i monaci dell’Abazia. La peschiera era costituita da un vero e proprio complesso di cui oggi rimangono solo alcune strutture.

La villa “Alimena-Caruto” o Orestano. Una villa signorile, probabilmente del sec. XVI, appartenuta in origine alla nobile famiglia Alimena, passata poi ai conti di Roccella e prima del 1860 divenuta proprietà della famiglia Orestano. Gli attuali resti comprendono: un cortile con tre fontane, una grande fonte circolare fuori del cortile e un grande salone circolare con alcuni affreschi che risalgono probabilmente a prima del sec. XVII.

Da visitare, inoltre, la chiesa Madre, dedicata a Santa Maria di Altofonte e costruita dal cardinale Scipione Borghese nel 1633. Qui è custodito un bassorilievo in marmo del XIV secolo raffigurante l’immagine della Madonna e del Bambino, lo stemma di Sicilia, della casa D’Aragona e di Altofonte.

Ma Altofonte, da paese agricolo che era in origine, ha anche tradizioni agricole antichissime: da sempre produce un olio extravergine di oliva pregiatissimo che è si un patrimonio economico tradizionale, ma che deve e può rappresentare una prospettiva vera e concreta di reddito e di lavoro per i produttori e gli operai agricoli. Infatti, in un mercato ormai altamente competitivo, Altofonte può starci a testa alta per l’ottima qualità del suo prodotto (che tanti hanno avuto modo di apprezzare durante la “Sagra dell’Olio” che da parecchi anni promuove il prodotto consentendone l’assaggio con le “Vastedde”), che giustamente aspira ormai al marchio ” Doc”

Insieme all’olivo da olio, le altre colture caratteristiche di Altofonte sono i fichi e le nespole. Tra i prodotti tipici meritano maggiore attenzione i dolci, i formaggi e la carne bovina, suina e ovina. Nello sport la cittadina è famosa per avere dato i natali al grande atleta Totò Antibo.

Infine, Altofonte costituisce, con i suoi oltre mille ettari di bosco, il “polmone verde” dell’area metropolitana di Palermo.

Famose sono anche le sue fontane, appartenenti a diverse epoche. Per l’amministrazione, la salvaguardia delle aree boschive e la loro valorizzazione sono tra gli obiettivi primari : il progetto per l’istituzione e la creazione del “Parco della Moarda”, che renderà fruibile il bosco del Monte Moarda da cui si domina l’ampia vallata della “Conca d’Oro”, ha concluso l’iter per la sua approvazione da parte degli enti preposti e passa adesso nella sua fase attuativa.

I cieli della Moarda

La Moarda è un susseguirsi di sette cime chiamate in passato cieli. Di queste, la più alta raggiunge i 1088 metri. Sentieri e mulattiere, percorribili a piedi o in bici, conducono alle punte: per seguirle, si può iniziare da Portella Pozzillo seguendo le tabelle, oppure dal sentiero che si diparte dal km 14 della strada provinciale 89, o da quello che inizia al km 17 della strada provinciale 5b. A quota 550 metri si trova la grotta detta “della Moardella”, raggiungibile percorrendo il sentiero che muove dalla fonte del Sopo in direzione Sud-Est. Su Cozzo di Crasto invece, sono da visitare i resti di una necropoli preistorica.

Altofonte fu così denominato per le sorgenti della parte alta del paese. Il consiglio è quindi quello di gustare l’acqua sorgiva che scorre dalle tre fontane del centro: la Fontana Borghese, voluta dall’abate Scipione Borghese nel 1630, la Fontana Impero, del 1884 e la Fontana Grande, la maggiore.

Prodotti tipici

La produzione di olio extravergine di oliva Dop è ottenuta ancora secondo la più tradizionale delle arti, seppure con l’ausilio delle più moderne strutture. Durante la sagra, che si svolge puntualmente ogni anno tra dicembre e gennaio, è possibile gustarlo con la rinomata vastedda di Altofonte, ovvero il pane tipico del luogo.