Caccamo: un bel castello e tanta natura intorno

Il Comune di Caccamo si estende ad occidente del monte San Calogero, ad un altitudine di 521 metri sul livello del mare, ed è posto bene in vista sull’ampia vallata del fiume San Calogero.

Il centro abitato dista appena nove chilometri dallo svincolo autostradale Palermo-Catania; altre vie d’accesso sono la strada da Sciara e Montemaggiore Belsito e da Roccapalumba.

Al centro di uno scenario tra i più aspri e affascinanti dell’entroterra siciliano, il luogo s’impone all’attenzione del turista in tutta la sua affascinante bellezza naturale e monumentale. Dalle terrazze del suo millenario castello arabo-normanno , si può ammirare un vasto orizzonte che va da Vicari a Ciminna, dalla maestosa mole di Rocca Busambra fino all’azzurro mare del promontorio di Capo Zafferano.

Il castello, leggendario ed imponente, con la grandiosa espressione di forza delle sue torri e le innumerevoli tughe di merli, nelle ore notturne appare agli occhi del visitatore come un luogo incantato.

A Caccamo si possono acquistare diversi prodotti dell’artigianale locale: merletti, pizzi e ricami rinomati per la loro bellezza, “fasceddi”, cesti e canestri di vimini, canne o giunco lavorati a mano. Numerosi sono anche i mobilifici, i negozi d’antiquariato, le falegnamerie artigianali, i laboratori per la realizzazione del ferro battuto e dell’alluminio. Esiste anche un’industria di laterizi. Notevole importanza riveste, infine, la presenza sul territorio di un antico “stazzuni”, vale a dire una bottega per la lavorazione della terracotta, dove ancora oggi si realizzano vasi e anfore di pregiato valore artistico. Le tradizioni di Caccamo sono legate alla vita rurale, alcune di queste sono ispirate dalla devozione e si collegano alle principali festività liturgiche.

La festa primaverile di San Giuseppe – in cui è facile individuare una dimensione pagana, di rinascita della natura -, si celebra nella chiesa dell’Annunziata. Oltre l’offerta del pranzo ai poveri del paese, presenta due caratteristiche tipiche del luogo: “a scalunata”, in altre parole una ampia scala di ceri accesi che dall’altare maggiore raggiunge l’abside dove è deposto l’artistico simulacro del Santo; e “a rètina”, una sfilata di muli bardati a festa con pennacchi e campanelle, accompagnati dalle note della banda musicale, che vanno a raccogliere le offerte dei devoti per le strade del paese. A Pasqua “U Signuruzzu a cavaddu ” ricorda l’ingresso trionfante di Gesù a Gerusalemme, la cui parte è recitata da un chierichetto che attraversa le vie cittadine a cavallo di un asino, bardato a festa ed infiorato. Il piccolo attore è accompagnato dai dodici apostoli, dalla banda musicale e da una folla di bambini festanti che agitano palme e ramoscelli d’ulivo. Il momento centrale della Settimana Santa è comunque costituito dal Venerdì, dalle celebrazioni in chiesa, dove si va per adorare il Sepolcro, e dalla processione del Cristo morto: l’urna, riccamente decorata, è condotta a spalla dai portatori del luogo. Infine, la vigilia di Ferragosto si celebra “a Marunnuzza”, la ricorrenza del dies nahlis, del passaggio dalla vita terrena alla gloria celeste della Madre di Dio. Nei quartieri del paese è allestito un finto giardino di rami, tralci e frutta al cui interno si erige un sontuoso altare in onore dell’Assunta.

La rilevante storia millenaria che si è svolta attorno alla splendida fortezza ha una sua annuale ed emozionante rievocazione: “La Castellana di Caccamo”, manifestazione in costume d’epoca, ricca di fascino e d’atmosfere sognanti, con una forte valenza propulsiva verso la diffusione della cultura storica. Un corteo di colori e stoffe, vessilli e armonie di note che si fanno canto poetico e ossequio alla Signora del castello. Dame e cavalieri percorrono le vie del centro storico, vantandosi dello loro bellezza ancestrale, mentre il caldo sole d’agosto proietta ombre lunghe e sinuose di un medioevo antico, eppure concreto in quegli abiti ricercati e lussuosi che indossano gli attori. Poi ecco anche i musici di corte, gli sbandieratori, gli arcieri e i trombettieri che intrattengono spettatori attenti e interessati.

La manifestazione caccamese è la prima del genere rievocativo-storico che sia stata realizzata in Sicilia. La rievocazione è nata quasi per caso trenta anni fa a Pesaro, quando Caccamo fu scelta per rappresentare la Sicilia nell’ambito di una festa finalizzata alla valorizzazione dei costelli storici d’Italia. Quell’ anno fu proprio la ragazzo siciliana, con la sua bellezza mediterranea, a conquistare il titolo di Castellana d’Italia 1968. Sembrò un segno per il lancio di una manifestazione storica culturale senza precedenti nella storia del piccolo centro. Da allora, la cittadina ogni anno elegge la sua Castellana in una cornice di cortei reali e uomini illustri, tornei di giochi medievali, ricevimenti, convegni coinvolgendo le nobili casate del “Regno di Sicilia”. Nel 1977, delegazioni di tutte le regioni italiane si ritrovarono per la prima volta a Caccamo per la rievocazione della Castellana d’Italia.

Ma non finisce qua, perché i forti consensi hanno spinto gli organizzatori della manifestazione a continuare nella loro opera di promozione del territorio, dando così vita alla prima edizione della Castellana d’Europa, che ha visto, nel settembre ’98, la partecipazione di delegazioni di ben quindici Nazioni europee: Finlandia, Portogallo, Lussemburgo, Grecia,Francia, Danimarca, Spagna, Manda, Germania, Gran Bretagna, Austria, Malta, Svezia, Belgio, Croazia.

La storia della cittadina, pur essendo legata alle alterne vicende del suo maniero, ha le sue radici nelle tradizioni e nel costume del popolo siciliano. E’ una storia ricca di profonda umanità, saldamente legata ai valori del lavoro e della religiosità. Ne sono ulteriore testimonianza le numerose chiese esistenti nel suo territorio, alcune delle quali si impongono all’attenzione per l’importanza architettonica e artistica. L’ itinerario che proponiamo inizia dalla chiesa Madre, dedicata a San Giorgio, nella piazza principale del paese. Il Duomo, fondato dai Normanni nel 1090, ampliato nel 1614, custodisce preziose opere d’arte: il blocco marmoreo del fonte battesimale datato 1466, della scuola del Gagini; cosi come il ciborio della cappella del SS. Sacramento del XV secolo; la tavola di timone De Wobrek, raffigurante la caduta di Gesù sotto la croce del XVI secolo; le tele dei cinque semi di scuola fiamminga e la grande tela raffigurante il miracolo di San Isidoro Agricola del 1641. All’interno della sagrestia si possono inoltre ammirare bassorilievi, dipinti, statue, messali, manoscritti paramenti sacri ricamati in oro, calici, ostensori. Non lontano da Piazza Duomo, troviamo la chiesa dell”Annunziata. Fondata intorno al 1200, presenta agli esterni interessanti elementi barocchi. L’inferno è suddiviso in tre navate ed impreziosito da opere d’arte come la tela raffigurante ‘Annunciazione di Guglielmo Borremans, e alcuni stucchi di scuola serpottiana.

Poco distante troviamo la chiesa di San Benedetto alla Badia. Fondata nel 1615 dalle suore benedettine, l’interno presenta un grande pavimento in maiolica di Nicolò Sarzana e una quantità di stucchi attribuiti alla scuola del Serpotta. La piazza del Duomo è circondata da altri splendidi monumenti barocchi: la chiesa dell’Oratorio, il palazzo del Monte di Pietà, la chiesa delle anime sante del purgatorio. Questo complesso monumentale costituisce uno dei più eleganti ambienti architettonici di Caccamo, scenario suggestivo utilizzato come cornice ad importanti spettacoli all’aperto e manifestazioni culturali.

Fra gli edifici religiosi di interesse artistico che consigliamo di visitare, ricordiamo: Santa Maria degli Angeli, che custodisce una preziosa “Madonna col bambino” del Gagini, e le Chiese dei Cappuccini e dei Santi Michele e Biagio.


Sito web ufficiale del Comune: https://www.comune.caccamo.pa.it