Santa Flavia: tra sole, salsedine e poesia

Il paese sorse nel XVII secolo, con il prolificare delle ville aristocratiche. Era di moda, in quel tempo, passare le vacanze estive fuori porta, in mezzo ai profumi e ai colori estivi che si confondono, magicamente, con i resti archeologici della rupestre Solunto.

E così, da quattro secoli, Santa Flavia è diventata, per molti palermitani, sinonimo di turismo, in un contesto paesaggistico che vede il mare e la sabbia da un lato, le colline dall’altro, i porticcioli di Santa Flavia e di Porticello, l’arenile sabbioso fa l’Olivella e di Fondachello, la baia dei Corsari, la baietta di Solanto. Immagini care recentemente celebrate nel film “Nuovo Cinema Paradiso”, con il quale il regista bagherese Giuseppe Tornatore vinse il premio Oscar.

Calette frastagliate di scogli con un fondo limpidissimo dove tra alghe variopinte predominano le profumate poseidonie, che costituiscono l’habitat naturale per i ricci di mare: lo scoglio della formica rappresenta ancora oggi un punto di riferimento per gli appassionati di pesca subacquea. E, nel mezzo del mare, aurore surreali, carri di luce e specchi d’acqua dove il sole ripone tutta la bellezza del mattino: al tramonto poi, il sereno viaggio del carro si confonde con le ombre delle barche dei pescatori che ritornano al porto. Il paese sorge m mezzo a grotte e a cave di tufo, note fin da tempi antichissimi: in alcune di queste sono stati ritrovati graffiti con figure antropomorfe, mentre fossili risalenti a milioni d’anni fa si possono ammirare ancora lungo le fiorite pareti che costeggiano la strada statale 113.

La fortuna di Santa Flavia è in buona parte legata alla storia della nobile famiglia Filangeri, che intorno al 1600 fece edificare la villa di famiglia, la villa Filangeri, oggi adibita a Municipio, che racchiude al suo interno affreschi in stile liberty. La facciata anteriore della villa presenta una scala d’accesso che si sdoppia su due rampe. All’esterno un immenso parco, nel quale è presente una grande varietà di flora mediterranea, incornicia la villa. Ma Santa Flavia è anche testimonianza del tardo barocco siciliano. La basilica Soluntina, edificata a fianco della villa, è un esempio evidente dello sviluppo dello stile in Sicilia. Ernesto Basile costruì come altri palermitani il suo villino di villeggiatura in stile liberty all’inizio del Corso. Villa Valdina (700) edificata attorno ad una torre del 500 conserva al suo interno opere del Novelli. Proseguendo lungo la costa, si raggiunge l’area dell’antico porto di Solunto dove si trova la rocca (XII sec.), circondata dal castello dei Principi di San Vincenzo in stile gotico che ha svolto la duplice funzione di tonnara e caricatore.

Le amministrazioni comunali hanno favorito, fin dagli anni ’60, lo sviluppo delle attrezzature turistiche: grossi complessi alberghieri si uniscono ai pubs, alle discoteche, ed ai caratteristici ristoranti con menù a base di pesce freschissimo.

Percorrendo la litoranea che corre lungo la fascia costiera fra la foce dell’Eleuterio e il fiume MiIicia, si presentano al visitatore superbi panorami sui golfi di Palermo e Termini Imerese alternati a scene di vita marinara nelle piccole insenature e baie dei borghi di Porticello, Sant’Elia e Solanto.

Dal paesaggio unico e solitario di capo Zafferano e monte Catalfano, si giunge ad un brulicare di vita che culmina al porto di Porticello dove la notte è un vociare di pescatori e grossisti del pesce. Questo territorio e i fondali lungo la sua costa, per la vicinanza a Palermo, è ricco di testimonianze storiche e reperti, in località Cannita sono stati rinvenuti sarcofaghi antropoidi del periodo fenicio, nel IV sec. a.C. fu fondata in un pianoro sul monte Catalfano “Soleis” di origine puniche, l’attuale Solunto. Nel 250 a.C. Solunto fu conquistata dai Romani e probabilmente distrutta dai Musulmani. Del periodo punico è anche la necropoli di Santa Flavia. Questo territorio di importanza strategica, si munì di un sistema di fortificazioni lungo la costa in collegamento con le altre torri costiere e settentrionali dell’isola.

L’itinerario ha inizio all’incrocio lungo la SS 113 che a sinistra imbocca un rettilineo in direzione di Aspra e si congiunge con la litoranea. La costa qui offre un’ampia veduta sul golfo di Palermo con lo sfondo inconfondibile di monte Pellegrino.

Purtroppo molte villette private rendono difficile l’accesso al mare. Qui poco prima di capo Mongerbino si trova “l’arco azzurro”, un monumento naturale di roccia, famoso per la pubblicità dei “baci perugina”, quindi si prosegue lungo le pendici di monte Catalfano incrociando il bivio per capo Zafferano.

Da qui si può raggiungere il faro, circondati da una vegetazione di palme nane e gariga mediterranea. Si prosegue per Sant’Elia, un borgo marinaro nel quale il mare si insinua con profonde insenature tra le case, in un abbraccio che fa intendere quanto intenso sia il rapporto degli abitanti col mare. Quindi si giunge a Porticello, il secondo porto in Sicilia per la pesca d’alto mare (la sua flotta peschereccia conta 400 natanti), sul Piano Stenditore si svolge il mercato ittico.

Lungo le bancarelle è possibile gustare crostacei e polpo bollito, mentre le numerose trattorie del pesce fresco sono meta di escursioni enogastronomiche. Nelle friggitorie dall’antico sapore arabo si possono gustare panelle, verdure fritte in pastella e comprare la ricercatissima bottarga da portare a casa.

A Porticello vi è la Chiesa della Madonna del Lume, dove si conserva il quadro in ardesia veneratissimo della Madonna; ogni anno, la I domenica dì ottobre, il quadro viene calato e posto in una “vara”, quindi la settimana successiva si porta in processione in barca sino alla cappella di capo Zafferano seguito dalle barche dei pescatori cariche di tributi floreali.

Solunto

Lungo una strada in salita per monte Catalfano si giunge a Solunto, fondata nel IV sec.a.C, fu una delle tre principali città puniche della Sicilia Occidentale (con Mozia e Palermo). Restò sotto il dominio cartaginese fino al 250 a.C. quando fu conquistata dai Romani. All’ingresso si trova l’antiquarium, che conserva statue, capitelli, monete e antiche cartografie, tra i reperti dominano forme ellenistiche e romane.

Lungo la via principale vi è il Ginnasio, casa ellenistico-romana con atrio e peristiIio, circondato da camere con pavimenti a mosaico e dipinti alle pareti.

Segue la casa di Leda, in una delle cui stanze è raffigurato il mito di Leda col Cigno. Sul pendio del colle vi è il teatro ellenistico-romano. Quindi una grande cisterna pubblica ed altre case con mosaici. La magnifica ampia veduta sulla costa fa comprendere il ruolo strategico di Solunto nell’antichità.

All’interno della rocca soluntina si trovano infatti i resti delle antiche culture qui insediatesi in passato; l’altare punico a tre betili, i pavimenti dove si possono ancora ammirare i resti dei mosaici, l’anfiteatro e il Gymnasium. E’ inoltre possibile visitare il piccolo museo, che conserva alcuni resti dì età punica con raffigurazioni della dea Tanit.


Sito web ufficiale del Comune: https://www.comune.santaflavia.pa.it