Sciara: nuova fondazione dentro un territorio antico

Il turista che giunge da Palermo arriva facilmente a Sciara: basta abbandonare la SS 113 a pochi Km da Termini Imerese ed imboccare la SP 21, che attraversando una sequela di piccoli ed ordinati poderi, in pochi minuti porta al paese.

Questo appare improvvisamente dopo una curva, adagiato sui primi contrafforti del monte San Calogero, con il suo caratteristico skyline determinato dai tre edifici più importanti: le due chiese ed il castello. L’assenza di grandi interessi artistici ed architettonici del centro urbano, abbastanza recente come costituzione, è controbilanciata dai valori paesistici e storici che offre la campagna circostante, rigogliosa e ricca di preesistenze. A pochi minuti dal centro abitato, infatti, nei pressi del monte Castellaccio, quasi sconosciuti ed immersi nella vegetazione, sono presenti resti di mura megalitiche, graffiti rupestri ed alcuni dolmen risalenti al V-VI secolo a.C.

Sempre in quest’area, evidentemente importante sia per la posizione strategica, che per la fertilità e la ricchezza del territorio, si sono avvicendati: Sicani, Elimi, Fenici, Cartaginesi, Greci, Romani ed Arabi. Le testimonianze più ricche appartengono ai Greci di cui è stata ritrovata una necropoli (reperti si custodiscono nell’antiquarium di Himera)

La fondazione di Sciara è opera del Barone Filippo Notarbartolo Cipolla, che essendo proprietario di tutto l’attuale territorio, ottiene da Re Carlo II di Spagna nel 1671, il titolo di Principe di Sciara e la facoltà di popolare il territorio “infra decennio”

Viene così ampliato e completato il castello, (iniziato nel 1500 circa da Lorenzo Pilo Barone di Summaro), ed il primo di aprile del 1681 inizia la costruzione della chiesa di Sant’Anna, in onore della moglie Anna Sandoval dei Principi di Castelreale.

Il 28 dicembre dello stesso anno appalta la costruzione delle prime 93 case. La storia del paese procede senza eventi di rilevante importanza sino al 1934, quando si decide di demolire la vecchia chiesa per edificarne una nuova più grande ed imponente. Saranno proprio le numerose incongruenze stilistico-costruttive (eccessiva altezza del corpo e dei campanili rispetto alle dimensioni della base, fondazioni realizzate sulle sottostanti cripte cimiteriali) a decretarne, dopo appena 22 anni dall’inaugurazione, la chiusura al culto per lesioni strutturali.

Soltanto trent’anni dopo il paese il paese potrà nuovamente riavere una nuova chiesa Parrocchiale. Un’altra vicenda che ha segnato la stona di Sciara, è l’omicidio, in circostanze ancora poco chiare, del sindacalista Salvatore Carnevale, seguito alle lotte per il latifondo ed ai primi scioperi del dopoguerra. Una descrizione appassionata di questi avvenimenti è stata fatta da Carlo Levi nel libro “Le parole sono pietre “.

Nonostante la sua giovane storia, Sciara è ricca di tradizioni popolari che intrecciano strettamente ed in modo spesso suggestivo, fede tradizioni e folklore locale.

Una caratteristica tradizione sciarese è rappresentata da “i Virgineddi”. Il 19 marzo, giorno di San Giuseppe, le famiglie , che hanno ricevuto una grazia dal Santo, offrono nella loro casa, aperta a tutti per l’occasione, un pranzo ai bambini del paese (da qui il termine virgineddi). Tra questi ne verranno scelti tre che andranno a rappresentare la Sacra Famiglia. Il pranzo è costituito dalle migliori specialità dell’arte culinaria sciarese: pastelle di broccoli ed asparagi, carciofi in tutte le salse, salsiccia alla brace e ‘mpurrazzata, scocche e sfinci fritte, cannoli con crema di ricotta, pastigghie, il tutto è accompagnato dal pane cotto a legna e lavorato nelle forme più svariate (canestro, bastone, grappoli d’uva). Tutte queste squisite pietanze possono essere gustate in qualsiasi momento, nei ristoranti e nelle trattorie (quasi tutti a gestione familiare) che da qualche tempo sono divenuti, parte integrante dell’economia locale. Altri momenti religiosi che impegnano la comunità con festeggiamenti cadono dentro la Settimana Santa, una ” Via Crucis animata ” viene rievocata la passione di Cristo, alla quale partecipano attivamente giovani e meno giovani di Sciara. Sempre nel mese di aprile viene organizzata la ” Sagra del Verde “, un’iniziativa che vuole fare conoscere i prodotti agricoli tipici del paese quali il carciofo, il cavolfiore, i formaggi, il vino ecc.

Durante i tre mesi estivi è di scena “Sciara Estate”, una manifestazione tipica della stagione, organizzata per rendere più accogliente e piacevole il soggiorno nel periodo estivo. Quasi contemporaneamente, nella seconda domenica di Agosto, con la “festa del SS. Crocifisso” iniziano le manifestazioni in onore del patrono del paese.

La mattina dell’ultima domenica di settembre si svolge la “Cavalcata di Sant’Eligio ” in cui cavalli, muli ed asini, provenienti anche da paesi vicini, sellati, bardati a festa e con l’immagine di Santo Loi sulla fronte, seguono in corteo un antico bassorilievo che raffigura il miracolo di S. Eligio (protettore degli armenti), portato da un cavaliere che ne ha richiesto espressamente il privilegio; alla fine della processione il parroco benedice gli animali ed i loro cavalieri che nel pomeriggio danno saggio della loro perizia sfidandosi in prove di abilità e di velocità. Da segnalare la fiera del cavallo indigeno siciliano. 

La suggestiva processione dell’Immacolata che si svolge l’otto dicembre alle 4 del mattino, la Vara della Madonna, ornata con arance e fiori, attraversa il paese, seguita dai fedeli disposti su due file che illuminano la strada con fiaccole costituite dalle infiorescenze di Ampelodesma (dialettalmente: ddisa). La processione termina dinanzi alla chiesa Madre, dove le fiaccole vengono raggruppate in un grande falò a cui si attribuisce un significato rituale.

Nella gastronomia, tipico è il carciofo che viene utilizzato in tutte le sue specialità: arrostito, “a viddanedda”, fritto con l’uovo, “pastietti”, con pasta e ricotta, a forno alla pizzaiola, conserve sott’olio e aceto, “ammuddicati”, le sfince di San Giuseppe e la “Cuccia “di Santa Lucia.

Ma non sono soltanto fede e tradizioni popolari ad attirare il turista a Sciara. A proposito infatti ricordiamo i preziosi ed attualissimi addobbi, contenuti nella nuova chiesa Parrocchiale, tra cui lo splendido altare bronzeo ed il crocifisso di Arnaldo Pomodoro, le vetrate piombate opera di Emilio Tadini, il tabernacolo di Mario Pecoraino, nonché i due pannelli in ceramica raffiguranti la Crocifissione e la Resurrezione, realizzati da Ernesto Treccani. Insomma un paese da visitare, dunque (dotato anche di un’azienda agrituristica dove potere soggiornare), che seppur giovane è ricco di storia, arte e tradizioni.


Sito web ufficiale del Comune: http://www.comune.sciara.pa.it